Sanità 

Giornata contro le aggressioni ai medici: dalla Puglia la richiesta di una legge

“Ben vengano le campagne di sensibilizzazione, anche con l’ausilio di cartelloni a forte impatto. Perché ormai non si tratta più di casi isolati, ma di una vera e propria eme...

“Ben vengano le campagne di sensibilizzazione, anche con l’ausilio di cartelloni a forte impatto. Perché ormai non si tratta più di casi isolati, ma di una vera e propria emergenza sociale. Sulla quale la politica tutta deve intervenire, in primis il neo ministro alla Salute, Roberto Speranza. Le parole e la solidarietà non bastano più. Ora si agisca concretamente con un tavolo istituzionale”. I consiglieri de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, Alfonso Pisicchio e Giuseppe Turco si schierano con l’Ordine dei Medici, in occasione della giornata di mobilitazione contro la violenza sugli operatori sanitari. “Qui in Puglia da Foggia a Bari, da Taranto a Lecce, ogni giorno – sottolineano -assistiamo a casi di medici e infermieri aggrediti fisicamente per la sola colpa di fare il loro dovere, assistere e salvare vite umane, spesso anche in condizioni di precarietà. Per non parlare delle guardie mediche, spesso in balìa di violenti e di esagitati, nel cuore della notte e in ambulatori isolati. E qui in Puglia è ancora vivo il ricordo di medici, come la dottoressa Paola Labriola, che hanno pagato con la vita la propria dedizione professionale”. “Per questo ci auguriamo– concludono i tre consiglieri – che il ministro Speranza prenda in seria considerazione la nostra legge regionale, impugnata dal precedente esecutivo, la n.66 del 2018, “Disposizioni sul servizio di pronto soccorso e di continuità assistenziale” che mira solo a creare le condizioni di sicurezza e di efficienza per le guardie mediche posizionandole in prossimità dei pronto soccorso e prendendo in carico i codici meno gravi, bianchi e verdi. Solo così possiamo decongestionare gli accessi, debellare quelli impropri, e dare più tutela alle guardie mediche, vittime di violenze e aggressioni in ambulatori isolati e decentrati”.

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